Falsi miti e affermazioni da evitare per un post vendita senza problemi

Spesso le difficoltà nella gestione del post vendita sono dovute ad affermazioni errate fatte con leggerezza dai venditori o a falsi miti che vale la pena sfatare. La comunicazione trasparente, corretta e leale è alla base di una compravendita soddisfacente per entrambe le parti, anche nel caso dovessero sopraggiungere guasti e fosse necessario intervenire con un’assistenza post vendita. In questo articolo cerchiamo di analizzare le pratiche negative da evitare. 

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parole da evitare nella vendita auto

"Vista e piaciuta"

Sono ancora molti i venditori che utilizzano questa frase nei loro contratti. Oltre a non essere rilevante a livello legale, potrebbe essere considerata addirittura vessatoria e costituire una sorta di aggravante in un eventuale giudizio. Tale frase, infatti, può essere interpretata come uno strumento  per inibire eventuali azioni di rivalsa del consumatore.

Certificato di conformità o dello stato d’uso

Pur essendo uno strumento utile nella compravendita, può diventare un’arma a doppio taglio. Se non è compilato correttamente, infatti, si rischia di inserire nello stato d’uso elementi di difficile valutazione, in quanto non tutti i componenti dell’auto possono essere valutati a livello tecnico (come ad esempio lo stato d’uso di un motore). Se si vuole consegnare un documento che possa fornire quante più informazioni possibili sullo stato del veicolo in vendita si può optare per una “scheda tecnica”, più didascalica e non interpretabile, che dichiari solo i dati realmente in possesso del venditore. Ne abbiamo parlato approfonditamente in questo post.  

Quota a carico del proprietario

Emulando le modalità di funzionamento delle società di garanzia, molti venditori applicano una quota a carico del proprietario sul costo totale del ricambio sostituito a causa di un difetto di conformità. Questo è un errore di interpretazione perché le condizioni presenti nelle contratto di una garanzia commerciale o convenzionale non possono essere applicate nel caso di difetto di conformità. La carenza rilevata sul bene, rispetto a quanto promesso nel contratto, infatti, deve essere ricostituita senza alcun costo per il consumatore. 

"Meno scrivo nel contratto e meglio è"

È una frase e una pratica che in passato era molto frequente, ma che non ha alcun fondamento. Infatti, tutto ciò che accade nei primi sei mesi dalla consegna del veicolo venduto, si presume sia originato da elementi presenti o riconducibili al momento della vendita e quindi a carico del venditore, salvo che quest'ultimo non possa dimostrare il contrario. Redarre un contratto completo e chiaro tutela il venditore e diventa il modo migliore per dimostrare, in caso di lamentela, gli accordi presi o le informazioni fornite al consumatore al momento della vendita. Il consiglio è quindi quello di mettere il maggior numero di informazioni e dettagli nero su bianco.

"Il codice del consumo è una piaga per i venditori"

Questa affermazione è falsa, sotto diversi punti di vista. Se tutti i venditori applicassero correttamente la normativa ed informassero i clienti sulla reale tutela prevista dalla stessa, si creerebbero molti meno contenziosi e si semplificherebbe di molto la gestione del post vendita. Che ci piaccia o meno, la legge ha creato una buona rete di tutele per il cliente e la celebre frase “il cliente ha sempre ragione” risulta spesso veritiera. Ma se il venditore presta attenzione a ciò che dichiara e vende non sarà costretto sempre a “mettere mano al portafogli”.
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